giovedì 13 ottobre 2011

centrale delle tre gole (Cina)


Da sempre i cinesi lo chiamano semplicemente Jang (il Fiume). E’ lo Chang Jang, Lungo Fiume, quello che gli occidentali chiamano lo Yangtze. Il fiume Yangtze (indicato nella mappa) nasce nei ghiacciai del Monte Geladandong e presenta dalla sorgente una caduta di 5.800 m prima di raggiungere il mare. Il fiume scorre per 7.378 Km ad est verso l'Oceano Pacifico ed aumenta progressivamente la sua portata per la confluenza di molti altri grandi fiumi. Ha una portata di 33.000 metri cubi d’acqua al secondo, riversa in mare 1.500 chilometri cubi di acqua all’anno.

Si calcola che le sue acque trasportino 500 milioni di metri cubi di terreno alluvionale ogni anno e che di queste, 300 milioni finiscano nel mare, contribuendo ad allungarne il delta di circa 23 metri all’anno. Insomma se non e’ il piu’ grande fiume al mondo, e’ sicuramente il piu’ imponente e tumultuoso. Attraverso una serie di meandri il fiume attraversa il Bacino di Sichuan, taglia la catena montuosa di Wushan formando le magnifiche Tre Gole che sono uno spettacolo della natura tra il misterioso ed il pittoresco. La Diga delle Tre Gole si trova all'interno della terza gola (Xiling), dove la valle del fiume è larga, aperta e poggiata su un sottofondo di granito solido ed intatto per consentire il progetto e la costruzione di questa diga, la più grande opera del mondo in questo settore dell'ingegneria civile.
(da NIKOT84 web site)



La Diga delle Tre Gole, denominata anche "Progetto Tre Gole" (in inglese rispettivamente Three Gorges Dam e Three Gorges Project), è una diga per la produzione di energia idroelettrica costruita sul Fiume Azzurro, nella provincia di Hubei in Cina, e rappresenta l'impianto con la maggiore capacità di produzione idroelettrica mai realizzato. Completata il 20 maggio 2006, la diga fa parte di un più vasto complesso ad essa annesso, che è stato interamente ultimato entro il 2009.
Secondo affermazioni ufficiali del governo cinese, la realizzazione dell'opera sarebbe stata necessaria per il contenimento del rischio di inondazioni nella parte meridionale del paese, per rendere navigabile l'alto corso del fiume Yangtze (grazie a una serie di chiuse, il fiume risulterà navigabile per 2.000 chilometri, favorendo in tal modo gli scambi commerciali) e per produrre energia elettrica. Il progetto è stato, fin dal principio, contestato dalle associazioni ambientaliste per l'elevato impatto ambientale e per l'elevato numero di persone sfollate.


La diga ha un'altezza di 185 m ed una lunghezza complessiva di 2309,47 m. 

Il bacino è lungo più di 600 km esteso per più di 10.000 km² e contiene 22 miliardi di m³ con l'acqua all'altezza normale di 175 m sullo sbarramento, con una capienza massima di 39 miliardi di m³. 

La centrale elettrica è dotata di 26 turbine Francis ciascuna di 700 MW di potenza nominale per un totale di 18,2 GW. La produzione annua stimata è attorno ai 305.000 TJ ovvero 84,7 TWh annui cioè circa il 3% dell'energia elettrica consumata in Cina, che corrispondono a circa 140 milioni di barili di petrolio. 

La media portata del fiume alla foce è di circa 33.000 m³/s. La diga è in grado di avere una portata massima di 110.000-115.000 m³/s. A monte della diga si trova la città di Chongqing. La costruzione prende il nome dalle tre gole attraversate dal fiume: la Gola di Qutang, la Gola di Wuxia e la Gola di Xiling.


Aspetti positivi
La produzione di energia elettrica della Diga delle Tre Gole risparmierà al pianeta circa 50 milioni di tonnellate di anidride carbonica annue, e inoltre ridurrà la produzione di altri gas e polveri inquinanti che sarebbero derivate dalla combustione di combustibili fossili. A tal proposito va ricordato che l'energia elettrica in Cina è prodotta in gran parte (75-80%) con il carbone.


Aspetti negativi

Per la creazione del bacino sono stati sommersi più di 1300 siti archeologici e molti centri urbani che hanno comportato il trasferimento di circa 1,4 milioni di abitanti (sono 116 le località finite direttamente sott'acqua). Le autorità cinesi prevedono il trasferimento di almeno altri quattro milioni di persone dalla zona delle Tre Gole nel periodo 2008-2023.
Molte specie animali e vegetali sono scomparse o scompariranno a causa della distruzione degli habitat in cui vivono a causa dell'inquinamento provocato dalle industrie locali e dall'eccessivo traffico navale. Un esempio è dato dal lipote, un delfino d'acqua dolce che popolava le acque del fiume Yangtze, dichiarato estinto nel 2006.
(da Wikipedia.org)

Quando si parla di produrre energia dall'acqua, tutti pensano che si tratti di energia "pulita", e quindi ideale come modello di sviluppo. Le opinioni che seguono, tratte dal web, dimostrano che i punti di vista sono molteplici e poco favorevoli a questo tipo di sfruttamento delle risorse naturali.


Le grandi dighe rappresentano, forse meglio di qualsiasi altra faraonica infrastruttura, l’ambizione di dominio dell’uomo moderno, che ha relegato la natura al ruolo improprio di “nemico” da soggiogare, sconfiggere, umiliare a proprio piacimento.

I lavori per la costruzione della diga sono durati 13 anni e la struttura si rivela talmente immensa da essere una delle pochissime costruzioni dell’uomo visibili dallo spazio. Il costo dell’opera, è raddoppiato rispetto alle previsioni iniziali fino ad arrivare a 21 miliardi di euro e rischia di salire ancora, prima che la struttura sia completamente funzionante.
L’invaso, che formerà un vero e proprio mare nel centro della Cina, si estenderà per quasi 600 km ed occuperà 1084 kmq di superficie con una profondità dell’acqua prevista di 175 metri. Oltre allo scopo primario consistente nella produzione di energia, la diga delle Tre Gole dovrebbe anche costituire un rimedio alle frequenti piene del fiume e contribuire a migliorare la navigazione dello stesso: un complesso sistema di chiuse ed ascensori consentirebbe il passaggio di navi fino a 10.000 tonnellate di stazza.

Un fiume morente


Valutare tutte le ricadute negative dal punto di vista socio/ambientale derivanti da un mostro di cemento armato di queste dimensioni è un’impresa oltremodo ardua, tante sono le conseguenze della diga su un territorio immenso e sulla vita di milioni di persone. 
Lo Yangtze, terzo fiume del mondo con i suoi 7.378 km di lunghezza, costituisce un bacino che accoglie il 12% dell’intera umanità e garantiva in passato il 70% dell’intero pescato cinese, mentre oggi questa percentuale si è più che dimezzata. A causa delle 46 dighe che ne costellano il corso e degli altissimi valori d’inquinamento (aumentati del 73% negli ultimi 50 anni) derivanti dalle centrali elettriche, dalle fabbriche alimentate a carbone e dalla frenetica navigazione, quello che veniva decantato come un “paradiso terrestre” ha ormai perso la maggior parte delle sue peculiarità. Sono scomparsi 800 laghi, l’85% delle foreste originarie non esiste più, le riserve di pesce sono diminuite del 75% e si sono creati problemi di potabilità dell’acqua in oltre 500 città.


Un esodo di sfollati


L’organizzazione internazionale “Friends of the Earth” definisce quella delle Tre Gole come la diga più distruttiva della storia e, analizzando le conseguenze presenti e future connesse all’opera, non si fatica a comprendere il perché di un giudizio così negativo.
A causa della diga 1.200.000 persone sono state sfollate con la forza dalle loro case, che ora giacciono sul fondo dell’invaso che ha sommerso 30.000 ettari di terreni coltivabili. Altri 800.000 abitanti saranno costretti ad evacuare nel corso del prossimo anno quando il livello dell’acqua aumenterà ancora. Per consentire il progetto 1.500 villaggi e 75 città sono stati abbattuti e sommersi dall’acqua, insieme a 1.300 importanti siti archeologici contenenti reperti vecchi di 6.000 anni. 


Inquinamento e sconvolgimenti climatici


Oltre alle questioni di ordine sociale, la diga delle Tre Gole ingenera tutta una serie di problematiche dal punto di vista ambientale e della sicurezza. A causa della frammentazione di un intero ecosistema il rischio di estinzione per moltissime specie, alcune delle quali uniche, è altissimo, soprattutto in una zona della terra ricca, come poche altre, di biodiversità.
Un problema di grossa rilevanza sarà costituito dall’accumulo di una parte dei 530 milioni di tonnellate di sabbia e rocce che annualmente scorrono attraverso le Tre Gole. Tale accumulo, sotto forma di fanghi, rischierà di mettere a repentaglio sia la stabilità della diga, che il corretto funzionamento delle turbine. Fino ad oggi non è stata prevista al riguardo alcuna contromisura volta a tenere sotto controllo i rischi.
Nel fiume Yangtze vengono inoltre riversati, senza controllo, gli scarichi di decine di città, migliaia di fabbriche e milioni di abitazioni: si tratta di migliaia di tonnellate di sostanze tossiche ed inquinanti. La diga, rallentando il corso del fiume, favorirà l’accumulo dei rifiuti e delle sostanze altamente nocive, trasformando in breve tempo l’intero bacino in una vera e propria fogna a cielo aperto, emanante miasmi venefici e con il rischio di devastanti epidemie.
Le enormi proporzioni del bacino che si verrà a creare, equivalenti in tutto e per tutto a quelle di un vero e proprio “mare” determineranno secondo gli esperti uno stravolgimento climatico dell’intera area. Le temperature stagionali saranno più basse d’estate e più alte d’inverno di almeno 2 gradi e cambierà il regime delle precipitazioni con conseguenze rilevanti e imprevedibili sull’equilibrio dell’intero ecosistema.


Fanta-ingegneria: una diga costruita su una faglia



Estremamente allarmanti sono i problemi di origine geologica: la diga è collocata sopra ad una faglia ed è pertanto soggetta ad un grave rischio sismico. Rischio che potrebbe essere amplificato dall’enorme peso dell’invaso che, secondo gli esperti sismologici, sarebbe in grado di alterare gli equilibri geostatici dell’intera regione. Un primo segnale in questo senso potrebbe essere rappresentato dalla scossa di grado Richter 5,7 che ha colpito la regione dello Jiangxi il 20 novembre del 2005, causando 15 vittime e la distruzione di migliaia di case. 
Secondo le parole del botanico cinese Hou Xueyu l’area di riempimento sarebbe soggetta a frequenti frane e valanghe di fango e oltre 214 punti si rivelerebbero potenzialmente pericolosi. Il geologo Fan Xiao, dopo aver effettuato un sopralluogo ha evidenziato la pericolosità della frana di Shuping, costituita da 23 milioni di metri cubi di terra e rocce che rischiano di abbattersi a monte della diga sulla sponda sud. 

La diga delle Tre Gole (che già al momento dell’inaugurazione presentava allarmanti fessure nella struttura) ed il suo immenso bacino hanno dimensioni talmente imponenti da far si che l’eventualità di un suo crollo per effetto di un cataclisma naturale, di un attacco militare o terroristico o di un cedimento strutturale, causerebbe un’ecatombe di proporzioni gigantesche, superiori a quelle di un bombardamento nucleare: si stima la morte oltre 100 milioni di persone.


(Marco Cedolin; ilconsapevole.it)


IL FIUME YANGTZE E L’ECOSISTEMA ORMAI PERDUTO

di Gianna Servello(giu..2009)

La creazione di dighe e dei loro bacini ha effetti, sia nella parte alta del fiume che in quella bassa al di là della diga, sulle specie animali e vegetali autoctone che scompaiono o addirittura rischiano l’estinzione a causa della distruzione dei loro habitat e del cambiamento delle condizioni climatiche nella loro regione, ed influisce sulla qualità dell’acqua, sui fenomeni sismici e colate di fango nella zona interessata, comportando quindi, anche svantaggi e rischi per la vita e le attività umane stesse. La diga crea una barriera all’interno del fiume che gli animali non sono in grado di attraversare. Un esempio? I pesci non possono andare a monte per deporre le uova, così le popolazioni delle specie ittiche non faranno che diminuire. 

La perdita di foreste e terre agricole, derivante dalla loro immersione (per lasciare spazio al bacino della diga), porta all’erosione e all’aumento di sedimenti alla base del fiume e del bacino. Ciò può condurre ad una maggiore portata del fiume e ad allagamenti nella parte alta del fiume. I sedimenti e il limo contengono preziosi nutrienti per l’agricoltura. Bloccarli dietro alla diga significa che tali nutrienti non raggiungono la terra coltivata a valle della diga. Questo può ridurre la fertilità della terra.
La distruzione di villaggi (previo ovvio sfollamento e trasferimento abitanti, sempre per lasciare spazio al bacino della diga) porta anch’essa a problemi di inquinamento. Infatti, anche se lo Yangtze River era già inquinato a causa del traffico marittimo di carbone, delle piogge acide e per la sua posizione centrale nell’attività industriale cinese, dalle città e dalle discariche inondate giungono sostanze inquinanti che contribuiscono ad inquinare ulteriormente le acque del fiume. Per ovviare a ciò sono stati destinati fondi per pulire l’area del bacino della diga, ma solo in futuro si vedrà se sono serviti a qualcosa. 
Altre conseguenze della costruzione della Three Gorges Dam sono un più basso livello di ossigeno disciolto (DO) nell’acqua nella parte bassa del fiume a valle della diga.L’ossigeno disciolto è necessario per l’attività aerobica negli ecosistemi acquatici, per i pesci e le piante che dipendono dall’ossigeno per sopravvivere. La presenza della diga,  rallentando il movimento dell’acqua e i processi naturali di aereazione, diffusione e dissoluzione dell’ossigeno nell’acqua a valle, fa si che l’ossigeno presente risulti meno accessibile. Questo può comportare effetti negativi sull’ecosistema acquatico in quell’area. [fonte: sito web mtholyoke.edu]   





 Sullo YANGTZE 


di Federico Rampini

Nonostante la vegetazione fitta abbarbicata alle due pareti scoscese sui bordi del fiume, siamo avvolti in un silenzio spettrale, anormale. Non un canto di uccello. «È come se loro sapessero quello che sta per succedere - dice la mia guida Zhou Zhigang - perchè in effetti sono scomparsi già da tempo. Gli uccelli, le scimmie, tutti gli animali che popolavano queste valli sono fuggiti. Dove saranno andati?». Abbiamo lasciato il vaporetto al porticciolo di Dachang, solo una barca piccola può portarci fino sul Daning, affluente dello Yangtze. Siamo nelle Tre Gole Minori, un angolo di natura ancora selvaggia nel centro della Cina.
Scivoliamo sull'acqua che qui è miracolosamente verde, in mezzo a rocce ripide, strani picchi a forma di funghi, un canyon rivestito di boschi lussureggianti. Lo spettacolo ricorda l'Ardèche o le Gorges du Tarn nel Massiccio Centrale francese. Altrove la montagna scopre un bel colore rosso, ti regala la sensazione irreale di essere finito in mezzo alle Dolomiti allagate.




Caverne di stalattiti appaiono all'improvviso dietro una sinuosità del fiume. Qualche nuvola si infila tra le cime strette e compone i paesaggi incantati degli antichi acquarellisti cinesi. I villaggi sulle rive sono primitivi, case di pietra e fango e paglia ma con qualche tocco di eleganza: per tradizione i tetti di tegole nere hanno grondaie scolpite a forma di testa di drago. Duecento metri sopra di noi una sorgente diventa cascata e si getta a precipizio sul fiume. Chissacome, lassù al suo fianco sta appollaiato un tempio buddhista col tetto a pagoda: opera d'arte e di sbalorditiva audacia.
Sopra ciascun villaggio vediamo apparire dei cartelloni voltati verso noi naviganti. Indicano sempre gli stessi due numeri. Un anno, il 2005, e un'altitudine, 156 metri. È la data in cui l'acqua arriverà fin là, molto più in alto delle case. È l'anno prestabilito per la loro morte. Anche loro spariranno inghiottite sotto l'acqua. Nelle Tre Gole Minori oggi restano da evacuare 40.000 abitanti. Altri 90.000 non hanno voluto aspettare fino all'ultimo e sono già partiti. Sono piccoli numeri in confronto ai due milioni di persone "spostate" negli ultimi otto anni dalle valli vicine, in questa regione inondata e sconvolta dalla più immane opera di ingegneria mai realizzata dall'uomo, la diga delle Tre Gole. Ma qualche lacrima merita di essere versata anche per questi ultimi sfrattati, poveri discendenti di una civiltà millenaria; per i templi della dinastia Song sepolti in queste foreste dal 300 dopo Cristo; per la storia segreta dei Ba', il misterioso popolo di aborigeni che dal 1600 avanti Cristo vissero di commercio del sale e votarono sacrifici umani ai loro dèi.





Ancora pochi anni fa queste gole apparivano molto più alte, la roccia era all'asciutto fino in fondo, il corso d'acqua era così magro che lunghi tratti del Daning non erano quasi navigabili. Perciò un lavoro per di uomini di qui era tirare con le funi le barche dei mercanti e viaggiatori diretti allo Yangtze.

Adesso che finalmente si naviga, l'acqua che sale caccia la gente e i suoi mestieri antichi. «In queste zone un rito ancestrale - dice Zhou - esigeva che le spose piangessero il giorno del matrimonio, e quelle piangevano di disperazione sincera, perchè le gole sono così impervie e irraggiungibili che non sarebbero mai più tornate a vedere le loro famigie». Vuole mettermi in guardia: non idealizzare il passato, che era fatto di miseria e sofferenza.

Il presente lo ritroviamo invece non appena tornati al vaporetto, che ci riporta sulle acque più ampie, ma nere di liquame fetido degli scarichi industriali e fognari: sua maestà lo Yangtze. Il suo vero nome è Chang Jiang, che vuol dire fiume lungo, è il maggiore fiume cinese e anche una leggenda, un condensato di storia, geografia ed economia della più grande nazione del mondo. Nasce in paradiso, a 5.400 metri di altitudine sul monte Tangula in Tibet, percorre 6.300 chilometri, trasporta 900 miliardi di tonnellate d'acqua all'anno, fertilizza due milioni di chilometri quadrati di pianure; attraversa undici province abitate da 400 milioni di persone, inghiotte di scarichi industriali della citta più popolosa e inquinata del pianeta - Chongqing, 30 milioni di abitanti schiacciati a ridosso dei monti in un inferno dantesco di altiforni e ciminiere - prima di gettarsi nel Mar Cinese Orientale vicino a Shanghai.





Piene devastanti

Simbolo di fecondità, padrone del destino dei contadini dall'alba dell'umanità, depositario di potere e di prosperità, per secoli lo Yangtze ha trasportato mercanti di riso, tè e oppio sulle loro giunche e sampan, prima di assistere alle incursioni delle cannoniere americane o giapponesi. Ha sterminato popolazioni con le sue piene devastanti. È stato il teatro della più celebre nuotata "politica" della storia, la traversata di Mao Zedong immortalata nel 1956 nei documentari in bianco e nero.
Da allora è diventato anche un fiume culto per i viaggiatori, con il business delle crociere. Lussuose e deludenti quelle per gli stranieri, da quando lo smog industriale e le alterazioni climatiche nascondono le cime dei monti in una foschia tenace. Più avventurosa la traversata sulle navi per turisti cinesi: la sveglia da caserma urlata negli altoparlanti alle cinque del mattino, le latrine alla turca (in prima classe), il fetore onnipresente della zuppa di cavolo, i camerieri che lavano le stoviglie e cuociono il riso nell'acqua del fiume.

Ma il turismo conta poco, oggi lo Yangtze è soprattutto l'arteria centrale del boom economico della nuova superpotenza mondiale. L'autostrada fluviale che trasporta 100.000 navi all'anno, superpetroliere comprese. La più grande fogna a cielo aperto del pianeta, principale fonte d'inquinamento dell'intero Oceano Pacifico. Ed è il teatro della più formidabile, inquietante sfida mai lanciata dall'uomo alla natura: "la Diga".

La raggiungiamo dopo quattro giorni di navigazione nelle Tre Gole, quando le valli improvvisamente si allargano a Xiling e il mostro invade l'orizzonte a perdita d'occhio. Alta come la torre Eiffel, lunga due miglia, è arduo fotografarla e perfino vederla tutta, per le sue dimensioni inconcepibili e anche a causa della nebbia permanente che ha sollevato. L'umidità ti si ficca in gola, eserciti di zanzare ti si appiccicano addosso. «Il clima è cambiato - dice Zhou - viviamo immersi tutto l'anno nelle nuvole create da questo immenso serbatolo». Più che un lago è un mare, lungo quanto l'autostrada Milano-Roma, "fabbricato" dagli uomini e dallo Yangtze nel cuore della Cina per realizzare un sogno titanico. Lo trattiene la madre di tutte le dighe mondiali, due volte più grande di Assuan in Egitto, cinque volte la Hoover Dam americana. È la Grande Muraglia del XXI° secolo.

Con le sue 26 turbine produce l'energia idroelettrica equivalente a dieci centrali nucleari e tutto il paesaggio attorno è ridisegnato dalla sete di energia: dalla diga partono selve di tralicci ad alta tensione, fasci di cavi si incrociano e si sovrappongono come dei cavalcavia autostradali, invadono le montagne, allungano i tentacoli verso le grandi pianure e in direzione del delta, giù giù fino a illuminare Shanghai perchè i suoi cantieri edili possano innalzare grattacieli anche di notte.







Il mare artificiale che preme contro la diga sommerge la nuova Atlantide cinese: nella sua implacabile avanzata programmata dagli ingegneri l'acqua ha inghiottito in sei anni 13 città da cinquanta-centomila abitanti, 140 cittadine più piccole, 1.352 villaggi, 8.000 siti archeologici, un mondo di templi, pagode e tombe. Il cantiere della modernizzazione ha braccato e disperso una fauna più antica di noi: gru e leopardi, alligatori e storioni. Il raro delfino d'acqua dolce durante millenni di evoluzione si era adattato alle acque fangose dello Yangtze, diventando semi-cieco ma sviluppando un udito più sofisticato del sonar: sparisce anche lui, sfiancato dalle acque tossiche e dallo shock acustico dei motori dei vascelli da diecimila tonnellate che risalgono dall'oceano attraverso le nuove chiuse.
Quest'opera temeraria ha avuto tra le sue conseguenze collaterali la nascita del primo movimento "verde" nella Cina comunista. Tra i suoi pionieri spesso eroici per i rischi che affrontano, ci sono due donne. Dai Qing, ex-cronista del "Guangming Daily", scoprì i rischi per l'ambiente negli anni Ottanta seguendo per il suo giornale i dibattiti tra gli scienziati sull'impatto della futura diga. Nel 1989 raccolse gli allarmi degli esperti in un libro, "Yangtze! Yangtze!": fu messo al bando dalla censura e le valse dieci mesi in prigione.
Ma nel 1992 quando l'allora primo ministro Li Peng volle un pronunciamento formale del Congresso di Pechino per avviare la fase preliminare del cantiere delle Tre Gole, a sorpresa un terzo dei deputati gli votò contro. Un dissenso eccezionale per un'Assemblea solitamente obbediente e passiva. Da quel momento il potere è stato costretto a dedicare più attenzione ai problemi dell'ambiente fino a tollerare di recente perfino alcune organizzazioni ambientaliste nate spontaneamente nella società civile.


Rischio di catastrofe

Ma oltre allo sconvolgimento gia provocato agli equilibri naturali delle Tre Gole, il futuro nasconde altre incognite. Lo Yangtze non è un fiume ordinario. Trasporta mille volte più terra del Mississippi. Nel suo maestoso incedere dagli altipiani tibetani alle Tre Gole, lo Yangtze trascina ogni anno 530 milioni di tonnellate di fango, sabbia e sassi. Ora quella colata invece di scorrere va a cozzare e a depositarsi contro la muraglia artificiale, e infatti gli ingegneri hanno dovuto costruire una seconda diga sommersa, per reggere l'urto. Hanno progettato sistemi speciali per ripulire costantemente i fondali.

Ma siamo ancora in fase di rodaggio, non si può dire con certezza quelche accadrà nel lungo periodo. Ai terreni naturali trasportati da tempi immemorabili dallo Yangtze verso le grandi pianure e fino al Pacifico, negli ultimi anni si è aggiunta una quantità crescente di detriti tossici e non riciclabili, gli scarichi mortali dell'industria pesante a Chongqing e in tutto lo Sichuan, a monte della grande diga. Gli scenari più apocalittici riguardano il rischio di un cedimento della diga. In Cina dal 1949 a oggi ne sono crollate tremila.

Il disastro più grave, dopo i nubifragi torrenziali del 1975 nello Henan, vide cadere 62 dighe nuove, una dopo l'altra come le tessere di un domino. Morirono in 250.000, la verità fu nascosta fino al 1994.

È meglio non immaginare che cosa succederebbe se un terremoto dovesse far franare in acqua il picco instabile di Huang La: 100 milioni di metri cubi a pochi chilometri a Nord della diga. C'è chi teme che lo stesso "mare" artificiale delle Tre Gole possa innescare un sisma, avendo alterato col suo peso gli equilibri geostatici di tutta la regione

Duemilacinquecento anni fa proprio le dighe furono al centro di una feroce disputa teologica fra i taoisti e i seguaci di Confucio. I taoisti volevano lasciar scorrere i fiumi come li ha disegnati madre natura, per non violentare l'ordine del cosmo. I confuciani, più fiduciosi nella potenza del governo degli uomini, invocavano grandi lavori pubblici per deviare i fiumi e moltiplicare le ricchezze della società . Dal 1919, da quando il padre della Repubblica cinese Sun Yat Sen si innamorò del progetto delle Tre Gole come simbolo della modernizzazione del suo paese, fino a Mao e Deng Xiaoping e ai loro successori attuali, il potere è in mano ai confuciani.


Nella città di Fulin, ancora pochi mesi prima che venisse evacuata e sommersa, un manuale scolastico educava gli allievi delle medie ad affrontare l'avvento della diga con lo spirito giusto: «Non possiamo smettere di mangiare solo per paura che un boccone ci vada di traverso».


A Pechino oggi comandano il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao.
Tutti e due da giovani facevano gli ingegneri. La loro passione più recente è un faraonico progetto di "diversione idrica", di dimensioni mai viste al mondo: miliardi di tonnellate d'acqua da dirottare dallo Yangtze verso l'arido settentrione della Cina: la Nuova Frontiera da popolare e industrializzare.


- da "Repubblica", domenica 27 febbraio 2005, Federico Rampini.



Nuotando
muri di pietra si ergeranno contro corrente, guardando verso Ovest
Per trattenere le nuvole e le piogge di Wushan
Finchè un lago piatto non sorgerà nelle vicine gole
La dea della montagna, se ancora esiste
Si meraviglierà di un mondo così cambiato



Mao Zedong






SHANGHAI. Dal nostro corrispondente



La diga delle Tre gole sta avendo un impatto ambientale devastante sulla valle del fiume Yangtze. Non è una novità. Per anni esperti, associazioni ambientaliste, scienziati di fama internazionale hanno ammonito la Cina sulla rischiosità del progetto che ha portato alla realizzazione dell'impianto idroelettrico più grande del mondo. Ma ora, proprio mentre Pechino si trova a fronteggiare una delle peggiori siccità degli ultimi anni, ad ammetterlo è lo stesso Governo cinese. Un Governo che, dopo aver difeso strenuamente contro ogni evidenza scientifico-razionale il mostro di ferro e cemento costruito per intrappolare il Fiume Azzurro, si trova costretto ad ammettere un doppio fallimento. Il primo è rappresentato dagli effetti disastrosi provocati dalla gigantesca infrastruttura sull'ecosistema. Il secondo dalla discutibile valenza economica e strategica di una centrale idroelettrica che da giorni non riesce più a far girare le turbine per mancanza d'acqua.
La diga delle Tre gole ha prodotto effetti negativi sul sistema dei trasporti, sull'ambiente, sulle reti d'irrigazione e sull'approvvigionamento idrico in tutta la valle dello Yangtze, avverte il Consiglio di Stato. Il supremo organo amministrativo cinese sottolinea che è necessario trovare soluzioni immediate anche ad altri problemi strettamente correlati alla costruzione della diga: la sopravvivenza delle popolazioni sfollate per consentire la realizzazione del progetto; la protezione dell'ecosistema; la gestione dei rischi geologici.


Erosioni terrestri, inquinamento dell'acqua, carenza di terra coltivabile, frane violente. Pochi anni dopo l'inaugurazione, le più funeste previsioni degli oppositori del progetto si sono avverate. E ora Pechino è costretta ad ammettere il clamoroso errore.
E che errore. Alta 185 metri, lunga 2,3 chilometri, 85 miliardi di kilowatt di potenza installata, la più imponente opera infrastrutturale nella storia dell'umanità è costata 25 miliardi di dollari. Il 20% in più rispetto a quanto preventivato nel 1993 quando fu posata la prima pietra. «I vantaggi generati dalla costruzione della diga saranno largamente superiori agli svantaggi», è andato ripetendo per anni il Governo. Posizione assurda, ma comprensibile politicamente. Per creare il gigantesco bacino idrico a monte della diga, infatti, sono stati cancellati dalla carta geografica 75 cittadine e 1.500 villaggi situati nel corso superiore dello Yangtze.
E i loro abitanti, circa un milione e mezzo di persone, sono stati "rilocalizzati" altrove, talvolta anche a migliaia di chilometri di distanza. A fronte di una devastazione eco-ambientale e di una deportazione di massa di tali proporzioni, era normale che Pechino difendesse fino in fondo la sua creatura. Ma ora il mostro scricchiola. Non la sua struttura, fortunatamente, ma tutto ciò che la circonda. Scricchiolano gli argini che si sgretolano aumentando il rischio inondazioni. Scricchiolano le economie locali perché l'alterazione del ciclo naturale di accumulo e smaltimento dei sedimenti inizia a condizionare la pesca e l'agricoltura. Scricchiola il delta dello Yangtze tutt'intorno a Shanghai perché lo sbarramento artificiale, riducendo il flusso delle acque, ne sta riducendo la portata e la superficie.
Che fare? Oggi, mentre le 90mila dighe del Paese (di cui un terzo sono a rischio) funzionano a singhiozzo per la scarsità di acqua, nessuno è in grado di dirlo. L'unica certezza di Pechino è che anche l'opzione idroelettrica inizia a mostrare la corda. Così, dopo che lo tsunami giapponese ha congelato gli ambiziosi programmi di sviluppo nucleare, alla Cina non resta che continuare a bruciare carbone per soddisfare la sua sfrenata domanda di energia.

(Il sole 24ore  20 maggio 2011)


Tonnellate di rifiuti minacciano di ostruire la Diga delle Tre Gole, l’enorme barriera artificiale nella provincia del Hubei in Cina. L’allarme è stato lanciato oggi dal China Daily, grande quotidiano cinese in lingua inglese.
L’enorme quantità di immondizia che si è accumulata nell’area potrebbe ostruire i canali di deflusso delle acque. Nonostante il numero di rifiuti gettati nel fiume sia diminuito negli ultimi anni, le recenti inondazioni hanno portato un’enorme quantità di rifiuti – tronchi di albero, bottiglie di plastica e altri rifiuti domestici – nel fiume Yangtze. Lo strato che si è formato potrebbe danneggiare anche le barche che vi transitano.


A partire dall’inizio di luglio, uno strato di 60 centimentri di rifiuti si è progressivamente accumulato nelle acque intorno alla diga fino a ricoprire un’area di oltre 50.000 metri quadrati. In alcune zone lo strato è così compatto che ci si può anche camminare sopra. Ogni giorno vengono raccolte circa 3.000 tonnellate di spazzatura, ma la manodopera e i mezzi a disposizione sono del tutto insufficienti e la maggior parte del personale impiegato si limita a tirare fuori manualmente i rifiuti, come se li stesse pescando. Poi c’è il problema del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti, che nella maggior parte dei casi consiste semplicemente nel sotterrarli nei territori lì intorno.
Più di 150 milioni di persone vivono in prossimità della diga e lungo il corso del fiume Yangtze, ma la maggior parte dei centri abitati non è dotata di nessuna struttura per lo smaltimento dei rifiuti, che quindi spesso vengono automaticamente gettati nel fiume. Tutti gli anni, con l’inizio della stagione delle piogge, molti rifiuti vengono trasportati a valle verso la diga e il governo è costretto a spendere ogni volta circa 10 milioni di yuan – oltre un milione di euro – per toglierli almeno in parte. Quest’anno però la violenza delle inondazioni è stata particolarmente intensa – oltre 1.000 persone sono morte – e ha trasporato una quantità di rifiuti mai vista prima, cogliendo le autorità cinesi del tutto impreparate.
(il post.it  2 agosto 2010)

Photo "The Wall Street Journal"

Photo "The Wall Street Journal"

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Tutte le province a valle della diga delle Tre gole  soffrono la più severa siccità da diversi anni. Essi accusano le autorità di voler riempire al massimo il bacino della diga, senza preoccuparsi dei bisogni di coloro che vivono a valle.
da (ASIANEWS.IT)







2 commenti:

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  2. Nelle scuole, si parla solo di nucleare, gli studenti non sono a conoscenza dei danni ambientali ed umani delle centrali idroelettriche cosiddette di energia rinnovabile. Tutta politica ambientale, non educazione all'ambiente.

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